La quantità è uno degli indicatori di performance più diffusi e perseguiti.
L’economia dei consumi spinge quotidianamente la nostra vita ad essere vissuta al fine di raggiungere quantità di qualsivoglia bene, sia esso misurabile in denaro, metri, peso, chilometri all’ora, etc.
Per molta parte della nostra esistenza dedichiamo i due terzi delle nostre giornate ad attività che ci consentano questo accumulo. Ma è davvero un indicatore valido, ne esistono altri o è semplicemente il più comodo e facilmente misurabile?
È un tema, questo, su cui mi è capitato di riflettere molto ultimamente e quale migliore occasione, se non qui, oggi, per approfondirlo.
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Molti pazienti, molto onore? |
07 MAGGIO 2023 |
Nel 2009 l’allora presidente francese Nicolas Sarkozy costituì una Commissione per la misurazione della performance economica e del progresso sociale considerata una pietra miliare nello studio della definizione dei parametri per una corretta misurazione del benessere. Vennero chiamati a partecipare numerosi studiosi provenienti da varie parti del mondo e da diversi ambiti scientifici, e anche da alcuni premi Nobel per l’economia come Daniel Kahneman e Amartya Sen, il primo noto per i suoi studi sui processi decisionali, il secondo per aver elaborato una teoria per la quale lo sviluppo economico non coincide più con un aumento del reddito ma con un aumento della qualità della vita.
I risultati di questa illuminata iniziativa furono che gli indicatori di performance economica - PIL ad esempio - sono solo una parziale valutazione del benessere e che era fondamentale introdurre parametri per misurare la felicità interna lorda. Alcune nazioni si sono mosse ed è stato creato un nuovo indicatore il Gwp (General Well-Being), così da effettuare un censimento della felicità misurando il benessere, sociale, personale e culturale.
Di fronte a tutto ciò, la domanda sorge spontanea: ma, allora, il denaro dà davvero la felicità? Anche a questo i nostri amici economisti hanno dato una risposta: si certo! Il denaro è importante per raggiungere la felicità, ma solo fino ad un certo punto, oltre il quale la continua ricerca del guadagno sottrarrebbe tempo e risorse per perseguire la propria felicità soggettiva. Questo ammontare è stato anche oggettivato in un numero che, fortunatamente, è più basso di quanto ci si possa aspettare. Tuttavia il messaggio di questa illuminata esperienza è che esiste un’economia della felicità, con una capacità di generare ricchezza forse superiore all’economia tradizionale.
Come riportare questi nobili concetti al mondo odontoiatrico?
A me appare chiaro come, in molti casi, l’indicatore di performance di molti professionisti o strutture odontoiatriche sia esclusivamente quantitativo: la dimensione degli studi (non i processi che li regolano), il numero di poltrone (non la loro efficienza), gli impianti inseriti (non la capacità di evitare di inserirli), il fatturato (non l’EBITDA), il numero di pazienti (non un loro indicatore qualitativo).
Per la mia attività professionale vengo sempre più spesso interpellato nel caso di acquisizioni o trasferimenti di proprietà di studi odontoiatrici, il mio contributo consiste nell’oggettivare il più possibile il valore dello studio in questione.
Quando mostro i risultati delle analisi relative alla qualità delle anagrafiche dei pazienti, e non solo alla consistenza, trovo spesso stupore nei miei interlocutori: non avevano mai considerato tantomeno perseguito questi aspetti ma solo la numerosità. Purtroppo, però, quantità non è sempre sinonimo di valore.
È possibile introdurre anche nel mondo odontoiatrico il concetto di felicità interna lorda? Io penso di sì.
Anche in questo caso le Neuroscienze ci vengono in soccorso e ci spiegano cosa succede o, quantomeno, quali sono i processi che ci rendono felici e soddisfatti e ci guidano quotidianamente. Il sopracitato Daniel Kahneman ci ha reso chiaro come la quasi totalità delle nostre scelte avvengano al di sotto della soglia della razionalità e siano condotte dalla ricerca di un’esperienza felice.
Molti pazienti, molto onore? Si, ma solo se sono pazienti felici dell’esperienza vissuta nel loro studio odontoiatrico, solo così estenderanno ad altri l’influenza della propria felicità. |
Ingrandimenti è una newsletter curata da Roberto Ferrari, che esplora da vicino - una domenica sì, e una no - i fenomeni che il settore odontoiatrico sta attraversando.
Un diario di appunti, riflessioni e punti di vista maturati in 35 anni di viaggio nel mondo odontoiatrico che mi hanno reso forse più esperto, sicuramente più saggio nell’affrontare gli eventi.
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